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Chiara, spaventata, si svegliò di colpo ansimando. Si accorse di stringere con forza il materasso.

Dalla finestra aperta entrò il dolce canto di una cinciallegra che la tranquillizzò. I suoi lunghi capelli neri, che alla luce del sole avevano dei riflessi rossi, scivolarono dal cuscino.

Con un agile balzo si alzò dal letto e si fiondò in cucina per la colazione.

- Mamma, ho avuto un incubo spaventoso – disse e si strofinò gli occhi verde smeraldo.

Sua madre Sara, una nota biologa come il padre, le sorrise e replicò:

- Non preoccuparti, ci sono io. Su, mangia qualcosa.-

Come ogni mattina la ragazzina bevve del latte freddo, mangiò dei cereali al cioccolato e alcuni biscotti.

- Ascoltami tesoro, – disse Sara a sua figlia, - oggi tuo padre ed io dobbiamo andare a una conferenza, abbiamo chiesto a Pia di occuparsi di te. -

Pia era una biologa esperta che lavorava presso il Museo cantonale di storia naturale. Aveva una corporatura magra e atletica ed era di media altezza. Gli occhi color castagna le illuminavano il viso. Era sempre molto solare e gentile. Sara e Pia erano amiche da tanto tempo.

Chiara annuì e il suo sguardo si posò su una fotografia appoggiata su una mensola di un uomo dai capelli neri e con gli occhi verdi-azzurri. Aveva all’incirca trent’anni e sorrideva. Era Arachi, il fratello di sua madre, sparito in un insolito giorno nebbioso di primavera mentre faceva una passeggiata in un bosco. Molti lo consideravano ormai morto.

La ragazzina terminò la colazione, salutò sua madre, prese lo zaino e uscì di casa.

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