14.

Dopo che ebbe terminato di parlare, il tasso scappò. Allora Chiara alzò lo sguardo e vide Arachi. Fu solo un attimo, infatti, la ragazzina, immobilizzata, lo vide svanire misteriosamente.

Per liberarsi dalla paura ripensò all’indovinello del tasso e chiese al geco:

- Possiamo fidarci?-

Il geco rispose:

- Penso che il tasso abbia ragione.-

Al tramonto Chiara eseguì le istruzioni del tasso.

Arrivò una splendida volpe color fuoco che, senza dire una parola, la annusò e abbassò la testa in modo che lei potesse prendere il pezzo del ciondolo che aveva al collo. Era rosso e scintillante. Sembrava un rubino e c’era incisa una castagna beige. Chiara prese il nuovo pezzo, poi guardò in alto e da una candida nuvola scese la porta dell’ambiente urbano.

La porta era di legno con delle travi d’oro. Al centro c’era una faccia di lucertola color argento con una maniglia in bocca. Chiara tirò la maniglia per tre volte e uscì un becco di balestruccio al suo fianco. Era dello stesso colore della lucertola.

La ragazzina aprì la porta e davanti ai suoi occhi c’era un muro a secco, dove dominava una civetta. Essa guardò Chiara con i suoi occhietti affamati, sperando, per un attimo, che fosse un grosso topo, poi si accorse che era una ragazzina e si disse che forse era la prescelta, colei che avrebbe potuto salvarli.

La civetta chiese eccitata:

- Sei tu quella che ci salverai tutti? Io mi chiamo Pippo.-

- Ciao Pippo, io sono Chiara e sì, sono quella che vi salverà tutti. Almeno lo spero. -

La ragazzina si accorse che Pippo aveva una bottiglietta legata al collo. Dentro c’era un foglietto.

Allora Chiara prese la bottiglietta e lo estrasse. Su di esso c’era scritta una filastrocca che lesse:

15.